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20230922 VM mafiaStamane su facebook mi son imbattuto in un ragionamento che merita di essere rilanciato anche nel nostro blog. Noi, in qualità di italiani, dovremmo avere più chiaro di altri il concetto di mafia, e questa conoscenza dovrebbe favorire il sospetto, l'idea, che il mondo si muove su complotti che chi li pone in essere non pensa di rendere pubblici. Dirò di più: gli italiani interessati alla storia contemporanea dovrebbero aver dimestichezza con fatti quali, l'assasinio di Enrico Mattei, le stragi quale quella di Piazza Fontana, alcune perplessità sul omicidio di Aldo Moro e per ultimo cito l'abattimento dell'aereo nel mare di Ustica. Ma torniamo al origine del ragionamento: la mafia... su cosa si basa la mafia? Sul concetto di omertà, e qui cedo la parola al post di stamane ideato e scritto da Elia Mercanzin:

"Cos’è l’omertà?
"Riserbo assoluto determinato da complicità e insieme dal timore di una vendetta." La maggior parte di chi si fa i fatti propri mica è cattivo o complice o mafioso. Semplicemente ha paura di finire ammazzato. O di vedere la propria famiglia sterminata. Istinto di conservazione allo stato puro che deriva dalla certezza empirica di non avere alcun tipo di protezione contro “qualcuno” che possiede mezzi illimitati e feroce, inesorabile determinazione per fartela pagare. Non esiste Stato, non esiste Polizia, non esiste Magistratura. L’omertoso non si fida. Sa che “loro” sono ovunque e ovunque possono arrivare. Se parli, se esci dai binari, se fai un nome, se anche solo accenni qualcosa a chi non dovresti, beh, finisci male. Garantito. Prima o poi lo vengono a sapere. Magari proprio tramite chi dovrebbe proteggerti. E un bel giorno salti in aria oppure finisci sparato come un cane in mezzo alla strada (o trovano tuo figlio a pezzi dentro a una valigia). 

L’omertoso sa che funziona così. Direi, la persona di “buon senso” sa che funziona così. Ecco perché il 99% dei delitti (conosciuti…) di Mafia rimane impunito. Anche quelli commessi in pieno giorno, a volto scoperto, davanti a decine di persone. Parliamo di un’organizzazione onnipotente, una piovra, appunto. Con occhi e orecchie dappertutto. Che non dimentica, che non lascia passare nulla. Un’entità sociale che coinvolge, direttamente o indirettamente, migliaia di persone ogni giorno eppure sembra che non esista. Migliaia di bocche cucite. Dal ladro d’auto al trafficante di droga, dal politico locale ai ministri, dal bidello raccomandato all’imprenditore compiacente con attorno una moltitudine di anonimi cittadini che entrano in contatto con questa o quella cosa “sporca”, magari di striscio, per sentito dire, e si fa i cazzi propri. Per paura o convenienza, come da definizione iniziale. L’omertà è sta roba qui: consapevolezza del contesto, consapevolezza dei rapporti di forza, istinto di conservazioneNiente di particolare.

Ora, Facciamo un gioco. Immagina un agente del servizio segreto o dell’FBI in servizio a Dallas, il 22 novembre 1963. Immagina la più onesta, capace e fedele guardia del corpo che ti viene in mente. Chiamalo Frank. Per due minuti convinciti che dietro all’assassinio del Presidente degli Stati Uniti ci sia stata una “azione concertata tra più soggetti” (o “complotto”, scegli tu). Ammetti la possibilità che il nostro Frank sappia fare il proprio lavoro e capisca cosa è appena accaduto. Parliamo di una cosa grossa. Davvero grossa. Che si ingrandisce col passare delle ore. Frank non è un coglione. Vede i propri superiori e molti colleghi andare nella direzione opposta alla sua. Vede e sente cose “strane”. Vede una macchina gigantesca mettersi in moto. Intuisce che di mezzo c’è qualcosa o qualcuno di molto potente. Qualcuno dentro le istituzioni. Qualcuno con “mezzi illimitati e feroce, inesorabile determinazione”. Cosa fa Frank a questo punto? Si confida con qualcuno? Di chi si può fidare? Indice una conferenza stampa? Va da un giudice? Scrive una lettera anonima? Chi lo prenderebbe sul serio? E poi? Come andrebbe a finire? Già, come andrebbe a finire? "Se hanno fatto fuori un presidente... Non si faranno problemi a fare fuori me...", medita Frank. Già, Frank non è un coglione, lo ripeto. 

Non c’è bisogno che qualcuno lo minacci o lo controlli. Sa come funzionano le cose nel suo "ambiente", sa come si fa a eliminare qualcuno senza lasciar tracce. Magari l'ha fatto anche lui, per "lavoro". Sa perfettamente con chi ha a che fare. Frank ha perfetta consapevolezza del contesto e dei rapporti di forza e, soprattutto, un forte istinto di conservazione. Ecco perché mi fanno sorridere affermazioni del tipo “Se ci fosse qualcosa dietro QUALCUNO PRIMA O POI PARLEREBBE” oppure “Una cosa del genere coinvolgerebbe centina di persone…. NON È POSSIBILE CONTROLLARLE TUTTE”. La Mafia da decenni smentisce questo genere di ragionamenti. La mafia vive di complotti, per sua natura. Come regola generale, poi, più la faccenda è grande e sconvolgente, meglio si auto-governa al proprio interno, più il messaggio silenzioso arriva forte e chiaro a chi sta "sotto". Paura o Convenienza. O entrambe. Semplice. Alla faccia del "seeee gombloddoh!".

Alla luce di quanto scritto sopra noi italiani dovremmo essere i primi ad avere sospetti complottisti, ed invece, basti pensare alla recente pandemia, otto cittadini su dieci hanno una fiducia incondizionata sulle narrazioni ufficiali... A ben pensarci, questa cosa lascia un po' interdetti...

Mirco Venzo, 22/09/2023 #qzone.it

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