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20240108 EM KeyWest 10Dopo tre ore di pullman da Miami siamo arrivati all’ultima delle isole della Florida, la punta estrema a sud degli Stati Uniti. Key West, con le sue case in stile coloniale dai colori pastello, la gendarmeria a cavallo, le strade pittoresche e fiancheggiate da palme, palazzi storici e spiagge candide con mare cristallino, Key West e’ quasi più vicina a Cuba che a Miami. Key West ci accoglie con i suoi centinaia di galli che scorrazzano liberi e indisturbati simboli di un animale protetto così come le mucche in India. 

La sabbia bianca la vicinanza a Cuba (sole 80 miglia di distanza) e l’atmosfera vacanziera ci hanno fatto trascorrere serenamente le nostre poche ore a disposizione sull’isola. Abbiamo goduto dei sorrisi della sua gente, dei tacos serviti con pesce fritto guardando l’oceano, e poi comodamente seduti sul classico trenino turistico, sorseggiando un fresco latte di cocco, abbiamo girato per le sue vie, trovando qua e là’, angoli suggestivi con case in legno a due piani e sedie rigorosamente a dondolo in veranda. Sembrava di essere dentro al libro di Tom Sawyer, solo che al posto dei battelli a vapore e delle barche a remi, abbiamo ammirato yacht e barche a motore.

Key West, e’ la più grande delle isole Keys, con un territorio completamente in roccia difficile da scavare, perfino il cimitero ha le tombe in superficie. Ora immaginate per un attimo di tornare ai tempi di Jack Sparrow e dei pirati dei Caraibi che navigavano le profonde acque dell’oceano : ad un certo punto vi imbattete in un tremendo uragano e i vostri vascelli vengono risucchiati dal mare! Ecco e’ a quel punto che i popoli delle Bahamas, i primi abitanti dell’isola, senza tanta fatica ne approfittavano per depredare le navi e prendere tutto ciò che potevano. I cadaveri finivano in spiaggia poiché non si potevano seppellire a causa del territorio estremamente roccioso: la natura poi avrebbe fatto il suo compito di decomposizione. Ecco che l’isola inizialmente prese il nome spagnolo di Cayo Hueso, isolotto dell’osso!

Ma torniamo ai simpatici galli che attraversano la strada, che si aggirano fra gli sdrai in spiaggia o stazionano fuori dai caffè in attesa di qualche briciola. Essi furono portati sull’isola insieme alle galline dai primi coloni che avevano paura di non trovare cibo sull’isola. Utilizzati in seguito nei combattimenti, quando poi questi furono vietati, questo volatile assunse un ruolo privilegiato come animale sacro e simbolo del bene. Da sempre essi sono protetti e curati e perché no, persino adottati, purché non lo si tenga in casa a scopo nutrizionale.

Camminando verso la parte meridionale dell’isola sotto un sole splendido, aria limpida e cielo blu da 23 gradi (ricordiamo che siamo pur sempre in inverno nell’emisfero nord!) vediamo una splendida villa gialla nascosta in un giardino rigoglioso. E’ la casa di Hemingway, suo rifugio per i dodici anni in cui visse su questa isola. Scrittore appassionato, dall’alba al tramonto produceva le sue opere nello scrittoio, una dependance ovviamente in legno color verde rialzata, staccata dalla villa con magnifiche vetrate con affaccio sulla piscina e sul giardino. Abbiamo pensato che non se la passasse poi male a fare lo scrittore in un luogo così piacevole, mite tutto l’anno, trascorrendo il tempo pescando e bevendo come una spugna nelle taverne in stile cubano al tramonto.

La casa è suggestiva, grande, con una bellissima veranda che gira tutto intorno all’edificio al secondo piano, visitata da molti turisti e abitata oggi da molti gatti che abbiamo scovato addirittura dormienti sul letto dello scrittore. Per finire la nostra gita, siamo saliti sul faro dell’isola e da una buona altezza salendo 90 gradini, abbiamo ammirato da lontano il golfo del Messico. Aria vivace, caldo, acque trasparenti, atmosfere tropicali, tramonti incredibili, Key West insomma ci è’ sembrato l’Eden in cui trovare una vita rilassante e ricca di iniziative, sia sportive sia culturali, per un soggiorno all’insegna di una natura davvero superba, la modernità degli Stati Uniti e una certa pacatezza tipica dei paesi centroamericani. 

Sono le 17, le prime luci si accendono, le taverne iniziano a suonare musica dal vivo e i locali si riempiono di turisti e appassionati di musica western e cubana! Per noi ahimè è già ora di fare ritorno e ammirando un rosso tramonto sul mare, ripercorriamo a ritroso i 42 ponti che ci riportano alla vivace Miami.

Elena Miotto

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