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20240315 VM Tempo RitrovatoLa Pro Loco di Trevignano (TV), le autorità comunali e la curatrice Francesca Della Toffola presentano la 13^ edizione di Trevignano Fotografia a titolo Tempo ritrovato. Qualsiasi relazione che ha a che fare con il tempo, è gioco forza, una relazione filosofica. Se la filosofia è “amore per la conoscenza” la connessione tra la fotografia, che per sua natura è strettamente legata al tempo; ogni immagine è la resa immortale ed eterna di un attimo di vita che non è più, e che mai più sarà! Vorrei aggiungere che la durata di questa “eternità” è subordinata alla durata del supporto che tale immagine ci ha fatto giungere: mi spiego, qualcuno può conservare una foto ingiallita dei propri bisnonni, scattata decine di anni fa’ e custodirla in quel cassetto dove altre cose preziose fanno compagnia

a quello scatto antico, mentre tutte le immagini di quella triste recente relazione sono state incenerite con tanta meticolosità giunta ad altrettanta rabbia. Per sua natura anche la fotografia ha una sua durata e quel tentativo di rendere eterno quel attimo immortalato, è destinato a sparire, in un tempo, ecco ancora che questo elemento di difficile definizione soggetto diventa protagonista, indefinito... . 

Questa introduzione rende chiaro come addentrarmi in ognuno dei dodici lavori presentati dai vari autori mi sarebbe impossibile giacché la soggettiva relazione tra il fotografo, il tema trattato, ed il tempo, è aspetto troppo ricco di sfumature. Mi limiterò quindi a poche battute per ogni autore, lasciando al fruitore dell’evento cogliere gli stimoli proposti dagli artisti ed interpretarli.

Maria Pia Miani propone Venezia madre d’acqua e di luce, lavoro molto articolato dove ogni immagine è il prodotto di due negativi sovrapposti. Stiamo parlando di foto realizzate con procedimento manuale dove soggetti e tempi diversi sono fusi in un'unica foto. L’intera collezione proposta trae spunto, o se preferite vuole parlare, della violenza sulle donneMaria Cristina Marzola propone KRT: trapassato-presente. Monumenti della grecia antica sono spesso tra i protagonisti di queste immagini mai troppo nitide. Le “scomposizioni, le sovraesposizioni e gli sdoppiamenti d’immagine” (così li presenta l'artista) sono effetti voluti e ricercati dall’autrice, per sua stessa ammissione. Willy Vecchiato presenta Lanzarote, una delle isole delle Canarie (Spagna).

Qui l’interpretazione delle immagini è assai semplice, sono dettagli dell’isola nata dal violento sprigionarsi delle forze della natura. E’ un'isola vulcanica e le tracce di quell’evento imponente, quelle esplosioni di lava che l'hanno posta in essere, sono ancora fresche, quei dettagli colti dall'obiettivo della macchina fotografica costringono chi osserva le immagini a riflettere sull’origine della vita, su come il cosmo abbia le sue leggi e come noi umani siamo parte di questa cosa molto più grande di noi. Angelo Zzaven presenta delle foto molto pittoriche e colorate e il suo lavoro pare agli antipodi del precedente. 

Stratificazioni (2020 - 2024), per ammissione dello stesso autore, fa largo uso delle tecniche di manipolazione dell’immagine fornite dallo strumento digitale e l’impatto cromatico è prioritario, l’esatto contrario delle immagini in bianco e nero presentate da Willy. Savina Benincà, svizzera, espone Sospesi, dettagli di abitazioni dove i giochi di luce ed i colori la fanno da padroni. Devoi fare una precisazione, non tutte le foto esposte sono a colori, ma in tutte è il gioco di luce sapientemente catturato, a rendere "ammiccante" la foto. E’ uno dei lavori che maggiormente ho apprezzato dal punto di vista estetico, giudizio per altro condiviso da una delle amiche che mi ha accompagnato alla mostra. Commentavo questa mia impressione con un fotografo incontrato casualmente che mi replicava “...a me queste foto non dicono nulla, preferisco di gran lunga quelle di Ivana Galli”. 

Ivana presenta Ritratto scomposto (2016 - 2024). Nel lavoro di Ivana il soggetto è scomposto, appunto, e il fruitore deve associare i pezzi come si può fare con un puzzle per ricostruire il ritratto di quella singola persona protagonista della foto. Ho voluto riportare la scambio di vedute per tra me e il mio collega fotografo per evidenziare come molto differenti possono essere i vari punti di vista di chi osserva la mostra: la varietà dei soggetti e le modalità espressive dei singoli autori sono multiformi, e di conseguenza le opinioni dei visitatori posson divergerre in modo sostanziale.

Rimanendo sul tema del "sé" un lavoro che colpisce è quello di Cristian Gelpi, che nel suo imPERFETTO, attraverso dettagli del proprio corpo, ci parla del cambiamento che sta riscontrando su se stesso, ciò a causa anche di un intervento chirurgico. Anche Cristina Pillan che nel suo Vertigo ci racconta qualcosa di sé, attraverso delle che immagini che vogliono “far girare la testa” ci narra di come certe situazioni (il loggione di un teatro, un ponte tibetano o una scala particolarmente ripida…) le provochino un senso di vertigine. Pure  Adriana Scalise propone un progetto autobiografico dove il paesaggio è usato per esprimere qualcosa della sua interiorità. Anche Tina Cosmai in Essere e tempo, propone immagini di paesaggio, spesso dove è presente il mare. 

Le sue immagini sono molto pulite, la composizione è essenziale ed accurata, importante è la presenza dei colori. In questa armonia qualcosa riconduce all’uomo, o forse è più giusto dire all’umanità. Elementi contemporanei (cabine balneari dove ci si spoglia in spiaggia) o legati al passato antico, (come quel pesce che ricorda certi fossili). Essere e tempo per certi aspetti è un lavoro speculare a quello proposto da Willy Vecchiato, ma è sorprendente costatare come lo stesso approccio sia affrontato con modalità totalmente diverse, carico di colore nel primo caso, con il bianco e nero nel secondo. Il tema del mare, dell’arenile e dell’umanità è proposto anche in Biforcazioni da Anna Maria Colace. Anna Maria si occupa di ambiente e ritiene che l’umanità sia giunta ad un bivio, o prende consapevoleza del fatto che essa sta distruggendo l’ambiente dove vive, o non lo farà, finendo per pagarne le dure conseguenze. 

n intervento mirato ed un cambio di costumi nel primo caso potrebbe raddrizzare la situazione, l’estinzione sarà la logica prospettiva se rimarremo inermi. Nelle sue immagini si vede una folla che vaga, come disorientata, in cerca della via da intraprendere. Santina Ricupero pare dia una risposta agli interrogativi di Anna Maria, con il suo Sicilia attraversata dove  protagoniste delle foto sono delle tombe. Nel cimitero, mi faceva notare chi era al mio fianco, oltre alle pietre che coprono i resti degli umani, crescono delle piante, delle erbe che stanno a dirci “la vita seguita anche quando siamo morti”. Riprendendo il tema della Colace, non sappiamo se l’umanità risolverà il problema ecologico, certo è che la Vita all’uomo sopravviverà: c’era vita prima del nostro avvento, e ci sarà quando non ci saremo più. E’ superfluo aggiungere che il lavoro sul cimitero di Canicattini Bagni proposto da Santina è il più semplice da accostare al tema della mostra.

Approcci diversi, visioni fotografiche differenti, opinioni contrastanti tra i visitatori: l’iniziativa proposta da Francesca Della Toffola segue un tragitto di stimolo per i visitatori della mostra, in perfetta sintonia con le edizioni precedenti. Stimolo per i visitatori dicevo, ma nel contempo la mostra di Trevignano è anche una testimonianza delle attuali ricerche che in questo settore si stanno realizzando. Come sempre è un evento da non perdere e quindi attenzione perchè le porte di Villa Onigo sono aperte gratuitamente solo il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. L’ultimo giorno utile per visitare la mostra è il 24 marzo 2024. 

Mirco Venzo, Treviso 15/03/2024 #qzone.it

Nella foto un opera di Santina Ricuporo scattata nel cimitero di Canicattini Bagni, parte del lavoro Sicilia attraversata.

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